mercoledì 2 gennaio 2013

calligrafia

Inizio questo nuovo anno con una nuova passione, ho infatti deciso di imparare la "calligrafia", allora iniziamo con un pò di storia della scrittura.


LE LETTERE ROMANE
Anche i Romani avevano una grande cura nel disegnare e scolpire le lettere delle scritte ufficiali: ancor oggi le lettere di tipo romano sono alcune tra le più belle, leggibili ed equilibrate. Le lettere romane sono iscrivibili dentro un quadrato, con alcune eccezioni, come la I , e la F e la E, che misurano esattamente la metà larghezza di un quadrato. I romani scolpivano le loro lettere con le aste che terminavano in un’espansione, che al giorno d’ oggi viene chiamata“grazia”. 
Le “grazie”sono un’enfasi sulla fine di ciascuna asta o arco che disegna la lettera, e sono molto usate anche al giorno d’oggi. 
Le stesse lettere previste dai browser settati di default sono lettere dotate di queste “grazie”. 
Le lettere romane avevano il tratto diseguale, che poteva partire leggero, divenire più pesante durante il percorso, e tornare leggero prima di terminare nelle grazie. O -al contrario- alleggerirsi durante il disegno di un’asta e tornare più pesante presso la sua estremità. L’origine di questo andamento si spiega perchè le lettere da scolpire venivano disegnate prima con un pennello, e poi lo scalpellino (che magari non sapeva cosa significassero)“andava dietro” il dipinto. 
Provando a disegnare una lettera con il pennello con andamento sicuro e leggero si prova pian piano questa naturale variazione di pressione, e lo scalpellino si trovava a imprimere nella pietra in modo durevole la leggerezza di questi passaggi di pennello sulla pietra. 




Ecco la probabile tecnica per le iscrizioni romane. Venivano tracciati prima dei quadrati, in modo che si sapesse dove iniziava e finiva la scritta. Forse si disegnavano anche le diagonali. Fatto questo, si passava col pennello a disegnare le lettere, che nella loro generalità avevano una forma quadrata, e seguivano spesso le diagonali (notate la M e il tratto orizzontale della A). 
Ora poteva avere inizio l'operazione di incisione vera e propria. Per ragioni tecniche (ovvero, per poter tenere liscio il solco esterno) la sezione del solco inciso era a V.



L'UNCIALE
Questa scrittura nasce probabilmente in Africa poco prima dell'epoca cristiana.  E proprio i cristiani favoriscono il diffondersi di questo font, probabilmente perchè lo ritengono alternativo e contrapposto ai font ufficiali di Roma. Questi ultimi ricordano infatti le iscrizioni sui monumenti pagani, l'unciale ha una storia meno compromessa con il paganesimo.
L'unciale ha una buona diffusione tra il tardo impero e l'inizio del medioevo, fin che (in epoca carolingia, ormai più vicina all'anno mille che ai primi secoli del cristianesimo) verrà travolto da un nuovo carattere che influenzerà la scrittura fino ai giorni nostri. Oggi la scrittura si fonda  da un lato sul font romano e dall'altra su quello carolingio, tuttavia l'unciale ha contribuito non poco alla formazione del carattere carolingio. Mentre le lettere ufficiali romane, le maiuscole,  sono basate su quadrati e contengono molte aste rettilinee, l'unciale tende a forme tondeggianti, relativamente vicine alla nostra scrittura corsiva, anche se con una cura decorativa più pesante rispetto alla media dei caratteri preferiti dai nostri tempi.  L'unciale tiene dunque banco nei manoscritti per molti secoli, e dato che in proprio quel periodo  la bella scrittura è usata principalmente per testi a sfondo religioso, ancor oggi questo font richiama in qualche modo  testi liturgici o religiosi.



 IL MEDIOEVO
Durante il Medioevo si iniziarono a copiare molti codici antichi.
Le iscrizioni tipiche passano dalla pietra alla cartapecora, dallo scalpello al penninoI monaci lavoravano con un pennino ricavato da una penna d'oca. Questa  veniva prima lasciata macerare in un liquido acido, e poi "bruciata" (scaldata) e infine tagliata in modo da dargli la forma di un pennino non dissimile da quelli moderni, ma con la punta un po' più squadrata. 
Questo comportava un fenomeno durato fino all'arrivo dei pennini d'acciaio: i vari tratti avevano uno spessore diverso a seconda se si tracciava la riga con la parte larga o la parte stretta della punta. Si avevano così delle aste di diverso spessore (si veda la sezione dedicata alla calligrafia)
Durante il Medioevo nacque anche il corsivo moderno. Trascrivendo i codici antichi il pennino tendeva a "semplifIcare" la scrittura solenne. L'incisore di una lapide non aveva problemi a seguire più o meno rapidamente un tratto. Invece il copista( se semplificava certi passaggi di penna) poteva raddoppiare o triplicare la velocità del suo lavoro. 
In ogni caso, con diverse semplificazioni dal solenne maiuscolo romano nasce il moderno corsivo, mantenendosi il maiuscolo solo per le lettere a inizio frase, per i titoli o per i nomi.

Nei Paesi nordici successivamente si sviluppa un font molto caratteristico, chiamato gotico. E' uno stile che perde la scrivibilita nel quadrato tipica sia dello stile romano che di quello caolini, per assumere una caratteristica molto "verticale". 

Perchè questa verticalizzazione, e così esasperata?
 Alcuni pensano che la motivazione fosse di tipo economico: la cartapecora su cui si scriveva era infatti costosissimo. Stringere le lettere significava risparmiare un sacco di carta pecora...
Altri vedono in questo stile il riecheggiare della verticalita tipica dell'epoca, e che si estrinseca anche nella costruzione delle cattedrali e degli edifici gotici.
E' possibile che entrambe le cause abbiano contato: in ogni caso, ecco nascere questo stile così duro ma molto fiorito, che si arricchisce di svolazzi e sopratutto di iniziali che divengono vere e proprie pagine illustrate. 

 IL RINASCIMENTO 

Nell'Europa meridionale (e particolarmente in Italia e in Spagna) non si usava questo stile, ma erano preferiti dei caratteri più dolci e più simili all'alfabeto romano o carolingio. Anche qui i caratteri tendono tuttavia a divenire più stretti. 
In Italia nasce il "corsivo", ovvero la scrittura inclinata verso destra. Il corsivo conferisce un senso di grande eleganza ma anche di maggior confidenzialità, e si allontana dalla solennità del maiuscolo romano.


La Cancelleria pontificia inviava  lettere in questo stile ai vari vescovi e regnanti; questo stile divenne il tipico stile "regale". Dalla parola "cancelleria" deriva il suo nome di "cancelleresco" (usato in Italia) o di "cancery" (usato in Inghilterra).
Gli angolosassoni ancor oggi chiamano il corsivo Italic, perchè lo vedevano su queste lettere che venivano dall'Italia. La mala  traduzione "italico" è tuttavia da deplorare, in Italiano il corsivo si chiama "corsivo", e chi traduce i libretti di istruzione informatici con la parola "italico" dimostra di non conoscere la lingua in cui traduce... 
Nella foto sopra, un esempio di stile cancelleresco compitato a Roma nei primi decenni del 1500.Qui sotto, un altro esempio stilato in Venezia nella seconda metà dello stesso secolo. 


LA STAMPA

E' interessante notare che quando venne inventata la stampa a caratteri mobili (ai tempi di Gutemberg, e in area dove si usava lo stile gotico), si costruirono dei caratteri che cercavano di imitare la scrittura  a mano.
Ma anche in area tedesca pian piano la stampa adottò dei caratteri più simili a quelli romani, al punto che il gotico fu dapprima relegato per scritte particolari, ma alla lunga uscì dal mondo della carta stampata. 
In quest'epoca vi sono dei tipografi-designer che formano dei caratteri molto leggibili, con eleganza e proporzioni eccellenti. Alcuni di questi caratteri sono ancora usati oggi. 

Quindi la stampa (pur nata in ambiente gotico) assume i caratteri meridionali, e questi pian piano riconquistano tutto il Nord. Il fulcro delle "belle lettere" passa dal pennino alla stampa.

Le proporzioni delle lettere e delle grazie sono molto studiate, in modo da creare delle proporzioni che diano un senso di profondo equlibrio. 
I tipografi infatti possono porre un grande impegno nel fabbricare ciascuna lettera con un livello qualitativo, con precisione estrema e analisi formale mai vista fino ad allora: una volta realizzata, ciascuna lettera può infatti servire per stampare molti libri, e diffondere in tutto il mondo conosciuto la  qualità del proprio lavoro e la testimonianza del proprio buon gusto.
In questo periodo si ha un fiorire di caratteri bellissimi, dal settecentesco Bodoni (veneziano)  al Garamond, fino (all'inizio degli anni '30) ad arrivare al carattere forse ancor oggi più usato. Che sarebbe il "New Roman" (come vollero chiamarlo i suoi designer)  o (come si chiama comunemente oggi traendo il suo nome dal quotidiano 
che lo commissionò) il "Times" .
Per vedere una svolta decisiva nel mondo dei font occorre arrivare ad un'epoca molto più recente, quando ai caratteri con grazie si affiancano (senza per altro soppiantarli) quelli senza grazie.









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